Il Giudice, dopo aver controllato con scrupolo le carte, diede la parola agli avvocati. Esordì quello della moglie cominciando a lamentarsi dell’assegno attuale, sbraitanti che 500 euro sono troppo pochi, che la signora non riesce a sopravvivere, che non trova lavoro. La gamba destra di Gabriele saltellava incessantemente, e si poteva vedere nei suoi occhi uno sguardo pieno di risentimento, ma ancora in grado di sopportare. Arrivato il turno di Sini, l’avvocato iniziò a spiegare al Giudice che la signora aveva rifiutato diciotto lavori, che era da un anno che il marito pagava mutuo, affitto e assegno, e che sopravviveva solo perché sua madre gli riempiva sempre il frigo. Il Giudice l’ascoltava attento. Terminata l’udienza, non restava che attendere la decisione, ma Gabriele già sentiva il peso di quei giorni interminabili. Il suo sgomento si toccava con mano, mentre la sciatta mogliettina se ne andava, spalle curve, testa bassa, senza rivolgere a Gabriele neppure uno sguardo. (… continua …)
CAPITOLO II “AVVOCATI PER SOLI UOMINI. O QUASI”
In udienza, Clarissa De Bortoli si era presentata sgualcita, spettinata, senza trucco. Aveva rifiutato diciotto offerte di lavoro e passava la vita a lamentarsi continuamente dei pochi soldi che l’ex marito le passava. Il povero Gabriele Zecchinato faceva due lavori per pagare l’affitto della casa in cui abitava, il mutuo dell’appartamento in cui viveva la ex moglie, l’assegno che il Giudice aveva fissato per lei e quello per i figli. Questa mattina Gabriele era fiducioso, aveva letto su internet di quel Giudice che aveva condannato la moglie a versare l’assegno di mantenimento al marito e si sentiva così euforico da non riuscire a trattenere l’adrenalina. Sentiva che il vento stava cambiando. Che finalmente i Giudici si erano resi conto che mica le donne sono inferiori, e che possono lavorare anche loro, e che, se un marito deve pagare tutto, alla fine ben si capiscono quelli che diventano barboni o che fanno finta di smettere di lavorare pur di non dover subire un dissanguamento ingiustificato. Entrati in aula, il silenzio. (… continua …)
Dal CAPITOLO I “AVVOCATI PER SOLI UOMINI. O QUASI”
Marione non capiva come potesse una moglie chiedere al marito qualcosa che sapeva essere impossibile. Ma, soprattutto, si chiedeva come una madre potesse pensare di escludere un padre dalla vita dei figli, proprio come se non fosse mai esistito. Quei piccoli angioletti adoravano il loro papà, sbavavano di fronte ai suoi cannelloni ripieni, dormivano ogni notte appiccicati a lui. La piccola sulla pancia, Lorenzo a destra e Giacomino a sinistra. Questo, perlomeno, da quando con la moglie le cose non andavano bene e mamma e papà dormivano in camere separate. Da allora, i figli avevano sviluppato un attaccamento sempre più forte verso Marione e non gli si allontanavano di un centimetro. Un papà speciale, Marione. <<Io me li vado a prendere! I miei cuccioli hanno bisogno di me! >> gridava il Gigante buono finché riempiva il piatto del suo avvocato con il bordo di gallina, e con cura e attenzione ci affogava uno ad uno i tortellini alla carne fatti in casa da lui. Le mani gli tremavano dalla rabbia. E quei tortellini sembrava che lo guardassero, e che volessero dire qualcosa anche loro su questa situazione assurda che stavano vivendo Marione e quei tre bellissimi bambinetti. Tra tutti questi …
CAPITOLO I “AVVOCATI PER SOLI UOMINI. O QUASI”
“Stava preparando il brodo di gallina quando suonò il telefono. <<Pronto?>> rispose Marione. <<Non accetta le nostre condizioni, pretende 500 Euro per lei, 750 Euro per i figli, tutte le spese straordinarie, e anche la casa. I bambini te li vuole far vedere col binocolo. Ci tocca andare in causa>>. L’avvocato Sini cercava di minimizzare, ma il suo cuore si stringeva nel comunicare al cliente il terribile esito della trattativa. Non c’era verso di ragionare con il collega che difendeva la moglie, e l’unica strada rimaneva la causa. <<Ma… ma…. ma come? Io li stavo aspettando per mangiare i tortellini… Non tornano per cena? Ho chiesto a Lucio di chiudere l’officina… Ho il polpettone in forno…>> protestò Marione. <<No. Tua moglie dorme nella casa al lago dei tuoi suoceri con i bambini, e restano lì fino a domenica. A questo punto mi fermo io a cena da te, che non ho niente in frigo, così vediamo di impostare la difesa. Mi fermo a prendere un bel rosso, ci sta col polpettone>>. Marione non si capacitava della cattiveria a cui era arrivata la moglie. Come aveva fatto una ragazza così dolce e comprensiva a trasformarsi in pochi anni in una donna …