“Stava
preparando il brodo di gallina quando suonò il telefono.
<<Pronto?>> rispose Marione.
<<Non accetta le nostre condizioni, pretende 500 Euro per lei, 750 Euro
per i figli, tutte le spese straordinarie, e anche la casa. I bambini te li
vuole far vedere col binocolo. Ci tocca andare in causa>>.
L’avvocato Sini cercava di minimizzare, ma il suo cuore si stringeva nel
comunicare al cliente il terribile esito della trattativa. Non c’era verso di
ragionare con il collega che difendeva la moglie, e l’unica strada rimaneva la
causa.
<<Ma… ma…. ma come? Io li stavo aspettando per mangiare i tortellini…
Non tornano per cena? Ho chiesto a Lucio di chiudere l’officina… Ho il
polpettone in forno…>> protestò Marione.
<<No. Tua moglie dorme nella casa al lago dei tuoi suoceri con i bambini,
e restano lì fino a domenica. A questo punto mi fermo io a cena da te, che non
ho niente in frigo, così vediamo di impostare la difesa. Mi fermo a prendere un
bel rosso, ci sta col polpettone>>.
Marione non si capacitava della cattiveria a cui era arrivata la moglie. Come
aveva fatto una ragazza così dolce e comprensiva a trasformarsi in pochi anni
in una donna avida, acida, con la quale era impossibile parlare e discutere
civilmente? I soldi erano finiti, l’officina non rendeva più come un tempo. Con
la tassazione alle stelle si riusciva a malapena a pagare gli stipendi dei due
operai e a garantire alla famiglia ciò di cui aveva bisogno.
Ed era stato proprio questo a far allontanare Irisa, pensava Marione.
Poco per volta, la donna aveva iniziato a criticare il marito, a prenderlo in
giro, a pretendere da lui sempre di più. Mai aveva provato a sostenerlo, a
incoraggiarlo, a stargli vicino. E si era guardata bene dal rimboccarsi le
maniche e dal provare a trovarsi uno straccio di lavoro.
(… continua …)
