Era arrivata l’ennesima querela. Andrea non credeva ai suoi occhi. Questa volta pure la figlia lo aveva denunciato perché, diceva quella maledetta citazione a giudizio, il padre avrebbe fatto mancare i mezzi di sussistenza alla ragazza. I mezzi di sussistenza? Si sentiva un verme, solo a leggere il suo nome scritto in bella vista a fianco a quelle parole che suonavano così male
– MANCANZADIMEZZIDISUSSISTENZA –
su quel foglio importante che aveva estratto dalla temuta busta verde.
“Ma come?” Si chiedeva. “Come può la giustizia pensare che sia io colpevole per non essere riuscito a pagare sempre puntualmente quell’assegno? Lo sanno che sono sul lastrico, che ho un fallimento alle spalle perché l’azienda costruita con tanto impegno è andata a rotoli per colpa di clienti che a loro volta sono falliti e non hanno pagato. Lo Stato lo sa! Le vede le mie dichiarazioni dei redditi, la mia sentenza di fallimento, ma come può essere vero tutto questo?? Tutto ciò che ho lo passo a mia figlia. E a lei non mancano affatto i mezzi di sussistenza, e nemmeno a sua madre, che ha la carta di credito consumata dalle strisciate che fa in ogni dove, e che vive in quella villa lussuosa del nuovo compagno’’.
Quanto era furibondo, Andrea.
“Impossibile che mi condannino per un reato del genere; come avrei potuto pagare 500 Euro se non ho i soldi per sopravvivere??”
Andrea decise di chiamare quel bravo avvocato di cui il suo amico Marione gli aveva parlato e che gli stava seguendo la separazione.
Fissò l’appuntamento e si presentò dall’avv. Sini.
Suonò il campanello e la porta si aprì. Non poteva crederci. Di fronte a quegli occhi azzurri, rimase senza fiato.
Il suo primo amore era lì, in quello studio legale. (… continua …)