Giulia era appena uscita dallo studio legale del suo avvocato.
Era nera.
‘’Sembra che lei sia l’avvocato di mio marito! Non mi sento affatto tutelata! Mi rivolgerò ad un altro legale. Consideri revocato il suo mandato!’’ urlò la signora.
‘’Non c’è bisogno signora che revochi niente’’ – ribatté l’avvocato. ‘’A queste condizioni sono io a non volerla difendere. E sfido qualunque collega onesto ad accettare un simile incarico. Passi in segreteria a saldare il conto. Il mio lavoro si basa sull’onestà intellettuale e sulla correttezza, e certo non mi abbasserò ad assecondare richieste infondate dettate esclusivamente dalla rabbia. Il nostro rapporto finisce qui’’.
Giulia non poteva credere che il suo avvocato desse ragione a Marione e non accettasse di chiedere al marito ciò che secondo lei era giusto avere.
La donna era furiosa.
Dopo la cattiveria durata anni e degenerata nell’ultimo periodo, dopo il trattamento disonesto di Giulia nei confronti del marito e il pentimento recente a seguito dell’ordinanza del Giudice che ricordava alla madre che i figli sono di entrambi i genitori, il comportamento altalenante della ormai ex moglie di Marione stava subendo un’altra virata. Verso il basso.
Giulia era tornata in sé. (… continua …)
