Dal CAPITOLO I “AVVOCATI PER SOLI UOMINI. O QUASI”

Lunardi Elenae-book

Marione non capiva come potesse una moglie chiedere al marito qualcosa che sapeva essere impossibile. Ma, soprattutto, si chiedeva come una madre potesse pensare di escludere un padre dalla vita dei figli, proprio come se non fosse mai esistito. Quei piccoli angioletti adoravano il loro papà, sbavavano di fronte ai suoi cannelloni
ripieni, dormivano ogni notte appiccicati a lui. La piccola sulla pancia, Lorenzo a destra e Giacomino a sinistra. Questo, perlomeno, da quando con la moglie le cose non andavano bene e mamma e papà dormivano in camere separate. Da allora, i figli avevano sviluppato un attaccamento sempre più forte verso Marione e non gli si allontanavano di un centimetro. Un papà speciale, Marione.
<<Io me li vado a prendere! I miei cuccioli hanno bisogno di me! >>
gridava il Gigante buono finché riempiva il piatto del  suo avvocato con il bordo di gallina, e con cura e attenzione ci affogava uno ad uno i tortellini alla carne fatti in casa da lui. Le mani gli tremavano dalla rabbia. E quei tortellini sembrava che lo guardassero, e che volessero dire qualcosa anche loro su questa situazione assurda
che stavano vivendo Marione e quei tre bellissimi bambinetti. Tra tutti questi pensieri, era difficile non chiedersi come avessero fatto delle mani tanto enormi a confezionare minuziosamente quegli straordinari piccoli fagottini.
<<Cerca di rilassarti, Mario. Purtroppo hai una moglie che non ragiona, e si è pure trovata un avvocato con cui non ha creato il giusto feeling….. Ma bisogna confidare nella giustizia>>.
L’avvocato Sini si mordeva la lingua pur di non esprimere tutto il suo disappunto sull’operato del collega, che non dimostrava la minima sensibilità verso la situazione, e che sembrava trattare una separazione complessa con tre bambini di 7, 8 e 11 anni con la stessa sensibilità con cui avrebbe gestito una trattativa internazionale per
importare bistecche dal Texas – senza offesa per la strepitosa carne texana.
Quanto può influenzare la vita delle persone il lavoro dell’avvocato? Si chiedeva Sini. Quando si affronta una separazione, le parti in causa non sono lucide, spesso sono accecate dalla rabbia, dalla tristezza, dal rimorso o dal rimpianto, o da tutte queste cose insieme – il che diventa un bel fardello emotivo da portarsi appresso.
Un avvocato deve guidarlo, il cliente, ma guidarlo sulla strada migliore, mica istigarlo alla lotta o tenergli nascoste le conseguenze intricatissime alle quali certe scelte scellerate lo porterebbero. E quando c’è di mezzo la serenità dei bambini, beh. Un avvocato insensibile dovrebbe essere radiato! Anzi, in carcere andrebbe rinchiuso!
Sini, con gli occhi immobili a fissare il pentolone che brontolava sulla stufa accesa, si domandava cosa diavolo stesse cucinando ancora Marione alle dieci e mezzo di sera.
<<Prendi un caffè, Avv?>>
<< No, grazie, Marione, scappo a casa. Domani ho udienza a Roma e devo
prendere il treno delle 7. Complimenti per la cena. Vedrai che le cose
si sistemeranno, e i bambini torneranno da te molto presto>>. (… continua …)