
1. Premessa
La guida in stato di ebbrezza alcolica rappresenta una delle principali ipotesi di reato colposo connesso alla circolazione stradale, sanzionata in modo rigoroso dal nostro ordinamento. L’art. 186 del Codice della Strada, così come modificato da plurimi interventi legislativi, configura un sistema articolato di illeciti — sia amministrativi che penali — fondati sul tasso alcolemico rilevato al momento del controllo.
Tuttavia, nonostante il rigore normativo, vi sono circostanze giuridiche e processuali che, se correttamente sollevate e documentate, possono incidere significativamente sull’entità delle sanzioni e persino sulla stessa affermazione di responsabilità. Lo Studio legale Sinigaglia, forte di una consolidata esperienza in materia penale stradale, analizza in modo accurato ogni singolo elemento del caso concreto, al fine di tutelare efficacemente il cliente e — laddove possibile — mitigare le conseguenze giuridiche dell’infrazione.
2. Inquadramento normativo e fasce sanzionatorie
L’art. 186 C.d.S. distingue tre fasce sanzionatorie in base al livello di alcolemia:
- 0,5 – 0,8 g/l: illecito amministrativo, con sanzione pecuniaria da € 543 a € 2.170 e sospensione della patente da tre a sei mesi;
- 0,8 – 1,5 g/l: reato contravvenzionale punito con ammenda, arresto fino a sei mesi e sospensione della patente da sei mesi a un anno;
- oltre 1,5 g/l: pena più severa con ammenda da € 1.500 a € 6.000, arresto da sei mesi a un anno, sospensione della patente da uno a due anni e confisca del veicolo se di proprietà dell’imputato.
3. Le variabili che possono incidere sulla condanna
Nonostante l’apparente rigidità della norma, la giurisprudenza riconosce ampi margini di intervento difensivo, soprattutto in riferimento a:
- validità e attendibilità dell’accertamento etilometrico (mancata calibrazione dello strumento, assenza di seconda prova, violazione del diritto alla difesa ex art. 114 disp. att. c.p.p.);
- assenza di sintomi oggettivi di alterazione psicofisica;
- irregolarità nel fermo o nella contestazione immediata del reato;
- condotte post-fatto che dimostrano resipiscenza o collaborazione.
Lo Studio legale Sinigaglia interviene proprio in questa fase, valutando la possibilità di eccepire vizi formali e sostanziali del verbale o dell’iter procedurale, nonché di proporre richieste di riti alternativi, come:
- patteggiamento con riduzione della pena fino a un terzo;
- messa alla prova ex art. 168-bis c.p., con estinzione del reato;
- conversione della pena detentiva in lavori di pubblica utilità, che comporta anche il beneficio della non menzione nel casellario.
4. Il ruolo della difesa: dalla sanzione alla gestione del danno
La funzione dell’avvocato penalista, in questi casi, non si limita alla mera assistenza formale, ma si estende a una difesa sostanziale e strategica, volta a ridurre l’impatto della vicenda giudiziaria sul futuro dell’imputato. In particolare, nei casi in cui il soggetto incensurato abbia commesso un’azione dettata da un episodio isolato, spesso legato a una sottovalutazione della quantità di alcol ingerito, è possibile evitare esiti sproporzionati, preservando così patente, reputazione e opportunità lavorative.
5. Conclusioni
La guida in stato di ebbrezza è certamente un comportamento da condannare, ma ciò non esclude il diritto del cittadino a una difesa piena, tecnica e competente. L’ordinamento stesso, attraverso strumenti alternativi e misure riabilitative, riconosce l’importanza della proporzionalità e della valutazione del caso concreto.
Lo Studio legale Sinigaglia è a disposizione per un’analisi personalizzata di ogni singolo episodio, con l’obiettivo di affiancare il cliente con discrezione, efficacia e competenza, anche nei momenti più complessi.